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Regolamento imballaggi, cosa prevede il compromesso svedese e perché l’Italia lo boccia

Nel corso dei lavori preparatori al Consiglio ambiente, la scorsa settimana la presidenza svedese ha presentato un testo rivisto della proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio. Che se possibile ha scontentato ancor di più il governo italiano

Nuovo passaggio, a vuoto, per la bozza di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio. Giovedì scorso la Svezia, al termine del semestre di presidenza del Consiglio UE, ha presentato un “testo di compromesso” in vista del Consiglio Ambiente. Al dossier si lavora da tempo: finora sono stati 9 i meeting del WPE (Working party on the Environment) in cui si è affrontato il tema. Nell’ultimo, giovedì e venerdì scorso, la presidenza ha presentato un ampio dossier (254 pagine) in cui riassume i commenti delle parti e propone soluzioni di compromesso.

Che non piacciono all’Italia. Che da subito ha bocciato il testo della Commissione, colpevole –sottolineano esponenti del governo – di dare troppo spazio al riuso, di non premiare l’eccellenza nazionale del riciclo mettendo in difficoltà la filiera, di non valorizzare a sufficienza le bioplastiche, nella cui produzione siamo tra i primi al mondo: “La proposta di Regolamento per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio appare ancora lontana dal definire un quadro realistico e soprattutto sostenibile –  così il viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava – Definirlo compromesso appare un eufemismo, se si considera che il testo continua a presentare numerosi punti irricevibili, quasi peggiorativi rispetto alla precedenza bozza”. Restano, secondo il governo italiano, le criticità di partenza: “La normativa proposta continua a non stimare adeguatamente i benefici ambientali che si potrebbero ottenere dalla sua applicazione, le conseguenze del nuovo approccio sulla progettazione e produzione degli imballaggi, sul consumo di materie prime, sull’impiego di risorse, sugli aspetti igienico-sanitari e quindi sui rischi del riuso stesso per la salute umana. Per tacere degli effetti che rischiano di abbattersi sulle filiere nazionali degli imballaggi e della gestione dei rifiuti già esistenti”.

Durante la recente assemblea annuale della Federazione Carta Grafica, anche Laura D’Aprile, capo Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi, ha riservato critiche al testo svedese, che, ha detto, “ci ha lasciato molto perplessi”. E ha spiegato: “Ho notato che il principio di neutralità tecnologica – fissare cioè obiettivi comuni a tutti e, in ottica di flessibilità, lasciare che la strada migliore per raggiungerli la stabiliscano i Paesi membri – a volte sfugge”.

La palla, nel Consiglio dell’Ue, a breve passerà alla presidenza spagnola. Non sappiamo come la Spagna intende gestire il dossier imballaggi. Possiamo però ricordare che da nel Paese è stato da poco approvato un decreto reale che punta sul riciclo (anche attraverso il deposito su cauzione) ma non ignora il riuso degli imballaggi.

Cosa prevede il testo presentato al Gruppo di lavoro Ambiente? Vediamo sommariamente le principali novità rispetto al testo della Commissione (che abbiamo raccontato nel dettaglio qui: https://economiacircolare.com/regolamento-imballaggi-commissione-europea/).

Leggi anche: SPECIALE | Regolamento Imballaggi

 

di Daniele Di Stefano

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