Il Regolamento europeo sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (PPWR) è ufficialmente in vigore da oggi, 11 febbraio 2025. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea il 22 gennaio scorso, il provvedimento si applicherà nella sua interezza a partire dal 12 agosto 2026. Un’iniziativa che si è resa necessaria per provare a imprimere una sterzata al costante aumento della produzione di imballaggi e rifiuti da imballaggio. Nel 2022 cittadine e cittadini dell’Unione Europea hanno generato 186,5 kg di rifiuti di imballaggio a persona, di cui 36 kg di plastica. In pratica ogni giorno ciascuno di noi getta via mezzo chilo di imballaggi.
EconomiaCircolare.com ha seguito fin dall’inizio il travagliato iter di approvazione del Regolamento Imballaggi, che ha visto l’Italia impegnata in un braccio di ferro per contenere la spinta verso il riuso e dare maggior peso all’industria del riciclo. Al di là di questa visione dicotomica emersa nel nostro Paese, siamo davanti a un provvedimento che pur riguardando soltanto una parte dei rifiuti prodotti giornalmente da imprese e cittadinanza, impone target ambiziosi, con obiettivi incrementali e traguardi ambiziosi da raggiungere già entro il 2030.
Sono tante e diverse le imprese che dovranno riprogettare il packaging che immettono sul mercato per altri soggetti o quello che utilizzano per i loro prodotti: dai produttori di imballaggi agli importatori o venditori di prodotti confezionati, fino ai rivenditori online. Il Regolamento PPWR necessita di ulteriori atti delegati per disciplinare alcune questioni di dettaglio, ma con la sua entrata in vigore impone fin d’ora numerosi obblighi e diverse novità. Vediamoli in sintesi.
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Ecco sintetizzati i punti principali del Regolamento Imballaggi:
Gli Stati membri dell’UE devono ridurre il volume pro capite dei rifiuti di imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, rispetto ai livelli del 2018.
Dal 1° gennaio 2030, ovvero tre anni dopo l’introduzione del relativo atto di esecuzione (a seconda di quale sia la data), tutti gli imballaggi in plastica immessi sul mercato nell’UE devono includere una percentuale minima di contenuto riciclato da rifiuti post-consumo, in peso, di:
30% per imballaggi sensibili al contatto (cioè che entrano in contatto con alimenti o forniture mediche), escluse le bottiglie monouso realizzate in polietilene tereftalato (PET) come componente principale:
10% per imballaggi sensibili al contatto realizzati con materiali plastici diversi dal PET, ad eccezione delle bottiglie di plastica monouso per bevande;
30% per bottiglie di plastica monouso per bevande;
35% per tutti gli altri imballaggi;
Entro il 2040, questa cifra aumenterà a:
50% per imballaggi in plastica sensibili al contatto realizzati principalmente in PET, ad eccezione delle bottiglie di plastica monouso per bevande;
25% per le plastiche sensibili al contatto non PET, ad eccezione delle bottiglie monouso per bevande;
65% per le bottiglie monouso per bevande e tutti gli altri imballaggi in plastica.
di Raffaele Lupoli
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