“Il riciclo è un elemento chiave per la transizione ecologica e la tutela dell’ambiente; consente di misurare le risorse in modo responsabile riducendo le emissioni e risparmiando l’energia. È nostro compito fare da traino affinché il riciclo sia strumento di sostenibilità ambientale, economica e sociale”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, aprendo la Conferenza Nazionale dell’Industria del riciclo che si è tenuta a Milano il 14 dicembre 2023.
L’evento, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Conai e Pianeta2023 (mensile del Corriere della Sera), ha affrontato quest’anno il tema delle “Nuove frontiere del riciclo in Italia”, a quattro giorni dalla riunione del Consiglio dei ministri dell’Ambiente europei che il 18 dicembre avvierà la concertazione finale per l’approvazione definitiva del nuovo Regolamento sugli imballaggi.
I numeri del riciclo in Italia nel 2022
Come ogni anno la Conferenza è stata aperta dal Rapporto del Presidente della Fondazione, Edo Ronchi, sui numeri del riciclo in Italia. Citando dati Eurostat, Ronchi, ha evidenziato come dal 2012 al 2020 l’Italia ha raggiunto le migliori performance europee nel riciclo della totalità dei rifiuti generati: il 72%, uno dei più elevati dell’Ue dove la media è del 53%. “Per un Paese come l’Italia – ha detto Ronchi – il riciclo è un’attività strategica non solo per ragioni ambientali e climatiche, ma anche di competitività economica”. L’ex ministro dell’Ambiente, ripercorrendo le performance delle 19 filiere del riciclo nazionali ha evidenziato l’eccellenza di quella degli imballaggi: “Con circa 10,5 milioni di tonnellate avviate a riciclo e un tasso pari al 72% l’Italia nel 2022 ha superato non solo il target europeo del 65% al 2025 ma, con otto anni di anticipo, il target europeo del 70% al 2030”. Nello specifico, il nostro Paese nel 2022 ha riciclato l’81,2% di carta e cartone (pari a 4,3 milioni di tonnellate), l’81% del vetro (2,29 milioni di tonnellate), il 63% del legno (2,2 milioni di tonnellate). Unico materiale d’imballaggio al di sotto gli obiettivi Ue è la plastica che nel 2022 ha raggiunto un tasso di riciclo pari al 48,6% (1,1 milioni di tonnellate) contro un target del 50% al 2025. “Sul riciclo in questo settore è necessario spingere ulteriormente – ha esortato Ronchi – visto che l’incenerimento o lo smaltimento della plastica ha comportato nel 2022 un esborso di circa 800 milioni di euro per le casse dello Stato”.
Come procedono le filiere dei RAEE, dei RPA e del Tessile?
Tra le 19 filiere analizzate sono state menzionate anche le tre di riferimento di quattro consorzi del Sistema Erion: WEEE, Professional, Energy e Textiles. Sui RAEE, il Presidente, ha svelato che la quantità della raccolta è in crescita anche se il tasso sull’immesso al consumo resta molto al di sotto del target europeo. “Nel 2022 – ha detto Ronchi – la raccolta dei RAEE è aumentata a 1,57 milioni di tonnellate, ma il tasso rimane al 34%, ancora lontano di 30 punti percentuali dagli obiettivi Ue (65% dal 2019)”. Stabile, invece, la quantità raccolta dei Rifiuti di Pile e accumulatori con un tasso del 33,5% nel 2022 e un obiettivo del 45% su scala nazionale. Buone notizie per il Tessile, filiera che aspetta la normativa a livello europeo e che, in Italia, vede già pronti ben cinque Sistemi EPR di Produttori, tra i quali Erion Textiles. “La raccolta comincia a crescere. – ha sostenuto Ronchi – Nel 2021 sono state raccolte complessivamente 154,2 mila tonnellate di rifiuti tessili in aumento del +7,6% rispetto alle 143,3 mila tonnellate raccolte nel 2020”.
Le sfide future del riciclo
In chiusura della sua relazione, il Presidente della Fondazione ha evidenziato quelle che sono le sfide future sull’approvvigionamento delle materie prime vergini – messo in crisi anche dall’attuale situazione geopolitica mondiale – e il ruolo fondamentale delle Materie Prime Seconde. Settore, anche questo, in cui mercati “registrano forti difficoltà”. Citando i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, Ronchi ha ricordato come su otto mercati europei delle MPS solo quelli dell’alluminio, della carta e del vetro funzionino adeguatamente, mentre restano indietro quelli del legno, della plastica, dei rifiuti organici, dei rifiuti da costruzione e demolizione e dei rifiuti tessili. “In Italia – ha detto l’ex ministro – si registrano più o meno gli stessi problemi che ha il resto d’Europa. Le difficoltà, nel nostro Paese, provengono dalle barriere normative e dalle resistenze all’impiego di Materie Prime Seconde come, ad esempio, gli asfalti modificati su cui, nonostante l’alta efficienza raggiunta, abbiamo ancora molte resistenze riguardo al loro utilizzo”. Ronchi ha poi ribadito le potenziali misure per migliorare i mercati delle MPS, tra le quali quelle relative alla progettazione sostenibile, agli acquisti verdi del GPP, all’introduzione di restrizioni all’esportazioni di rifiuti e della riduzione dell’IVA sulle MPS. Infine, un accenno alle sfide sull’Innovazione “in cui l’Italia – ha chiosato Ronchi – non deve perdere il terreno guadagnato in decenni di ottimo lavoro. Per quanto riguarda i RAEE, una vera e propria miniera urbana di materie prime e strategiche, serve migliorare la raccolta e implementare le tecnologie. Non è possibile raccogliere le schede elettroniche e mandarle in Germania perché non abbiamo gli impianti nazionali”.
Andrea Fluttero: “L’uso di materie riciclate è una strategia, non più un obbligo”
Nella sessione pomeridiana della Conferenza il Presidente di Erion Compliance Organization, Andrea Fluttero, ha tenuto un intervento dal titolo “Le imprese e la sfida delle Materie Prime Critiche”. Fluttero ha evidenziato come negli ultimi tempi si parli sempre più spesso di tali materie perché i problemi geopolitici rendono meno sicuri i comparti produttivi riguardo al loro approvvigionamento. “In più – ha aggiunto il Presidente – sta succedendo che alcuni produttori cominciano ad avere l’esigenza di impiegare le materie prime seconde nei loro prodotti. Non è quindi più solo un obbligo, ma c’è un mercato che comincia a essere sensibile a certi tipi di argomentazioni e a chiedere che all’interno di certi prodotti ci sia una quota percentuali di materie riciclate”. In questa prospettiva, ha aggiunto Fluttero, i Sistemi EPR sono importanti non solo perché rappresentano uno strumento necessario per portare avanti in Europa la trasformazione dell’economia da lineare a circolare, ma anche perché “sono visti dalle aziende come uno strumento per entrare nella filiera industriale della gestione del post-consumo e per capire come recuperare le Materie Prime Seconde da impiegare nei loro cicli produttivi”.
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